Piante Velenose
Ambiente sicuro
Le piante sono potenzialmente molto pericolose per i gatti, che non resistono alla tentazione di rosicchiarne foglie e fiori in particolare. Gli effetti di queste scorpacciate possono essere molto diversi in funzione della parte della pianta che è stata mangiata: i bulbi di trombone sono una causa frequente di avvelenamento nei cani, ma le foglie ed i fiori (che il gatto è solito mordicchiare) non sono altrettanto tossici. Per andare sul sicuro, i tromboni e i gigli sarebbero comunque da evitare, perché restano nella top ten dell'avvelenamento tra gli animali domestici. Ricordate inoltre che anche i mazzi di fiori freschi possono risultare appetitosi: il mughetto, ad esempio, è tossico
Le intossicazioni da piante non sono frequenti, ma quando avvengono sono difficili da diagnosticare per la scarsa evidenza dei segni clinici e la mancanza di informazioni.
Anche alcune piante comunemente presenti nei nostri giardini o all’interno delle nostre abitazioni possono contenere sostanze tossiche che i nostri animali possono accidentalmente ingerire.
Il medico veterinario deve conoscere quali piante possono intossicare gli animali, i sintomi dell’intossicazione e i rimedi. L'anamnesi è molto importante per identificare correttamente la pianta.
In questa sezione vedremo quali sono le più comuni piante che possono dar luogo a intossicazioni, a volte anche molto gravi, negli animali domestici.
Piante da giardino
Ricino
Il ricino (nome scientifico: Ricinus communis) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Euphorbiacee, molto diffusa, coltivata a scopo ornamentale.
La specie più sensibile è il cane, che si intossica per ingestione dei semi o dei panelli, impiegati come fertilizzanti.
I semi contengono una fitotossina, la ricina e un alcaloide, la ricinina. La pianta risulta tossica anche per l’uomo: l’ingestione di 2-3 semi può infatti provocare la morte di un bambino. Tuttavia l’olio di ricino (purgante) non è tossico.
Sintomi:
Dopo 18-24 ore dall’ingestione si ha un aumento della temperatura corporea. Gli animali si mostrano assetati. Compaiono vomito, bruciore alla bocca, edema della mucosa buccale e della lingua, diarrea emorragica, coliche, dolori addominali, crampi, oliguria, prostrazione, abbattimento e morte in 2-3 giorni se non si interviene con trattamento sintomatico.
Bella di notte
La "bella di notte" (nome scientifico: Mirabilis jalapa L.) è una pianta comune dei nostri giardini della famiglia delle Nyctaginaceae i cui semi e radici risultano tossici.
I principi attivi che la rendono tale sono alcaloidi, resine e arabinosio. La tossicità si esplica a livello del tratto digerente, dove determina soprattutto irritazione. Può causare aborto.
Sintomi:
I sintomi dell’ingestione di semi o radici sono dolori allo stomaco, nausea, vomito, diarrea. Inoltre il contatto con la pelle può determinare dermatiti.
Oleandro
L'oleandro (nome scientifico: Nerium oleander) è un arbusto cespuglioso sempreverde indigeno delle regioni mediterranee.
Il principio attivo è l'oleandrina, un glucoside cianogenetico che svolge a livello cardiaco un'azione simile a quella della digossina.
Sintomi:
Nausea, vomito, diarrea sanguinolenta, stomatite, convulsioni, crampi, atassia, aritmie, problemi epatici.
Ortensia
L'ortensia è un arbusto fiorito spesso presente nei nostri giardini. Le parti della pianta considerate pericolose per i gatti si presentano in primavera ed in estate, durante il corso di tutta la fioritura della pianta.
Sintomi:
Sia i fiori che le foglie di ortensia possono infatti essere causa di vomito e di diarrea se ingeriti da parte di un gatto.
Primula
Persino le semplici primule, tra i fiori considerati come simboli dell'arrivo della primavera, possono rivelarsi pericolose per i gatti, se ingerite. L'ingestione delle foglie di primula o dei gambi di questo fiore può infatti essere causa di dermatite da contatto o di problemi a livello gastro-intestinale.
Tulipano e narcisoSono tossici i bulbi di tulipano e narciso. Causano vomito, diarrea, debolezza, aumento della respirazione e tachicardia. Una forte ingestione può causare anche il coma o il collasso.
Gelsomino
Ecco un'altra pianta tipicamente presente in molti giardini, poiché coltivata in vaso, o in quanto utilizzata per la formazione di siepi. L'ingestione di ogni parte della pianta del gelsomino può essere pericolosa per i gatti e può causare mancanza di coordinazione, disturbi della vista, secchezza delle fauci, disfagia, debolezza muscolare, crisi convulsive, insufficienza respiratoria.
Edera
Attenzione alle foglie ed ai fiori dell'edera, se questa pianta è presente nel vostro giardino in una zona a cui il vostro gatto può avere accesso. La loro ingestione può infatti provocare problemi gastroenterici. A dosi elevate può causare depressione nervosa e cardiaca. I sintomi dell'ingestione di fiori o foglie di edera sono costituiti da vomito, tremori e problemi respiratori.
Croco Autunnale
Sebbene venga chiamato Croco come i fiori che spuntano in primavera, la varietà che fiorisce in autunno appartiene in realtà ai Colchici e risulta estremamente tossica per i gatti, con rischi di danni al fegato e reni e problemi di respirazione.
Il sintomo più evidente è l’abbondante vomito accompagnato da perdita di sangue nell’intestino.
Piante da appartamento
Anche gli steli e le foglie di alcune tra le più diffuse piante di appartamento contengono sostanze tossiche se ingerite da cani o gatti.
Stella di Natale
La stella di Natale (nome scientifico: Euphorbia pulcherrima), della famiglia delle Euphorbiacee, è una popolare pianta da appartamento, presente soprattutto nel periodo natalizio.
Risulta tossica per cani e gatti. L’intossicazione avviene per ingestione e/o masticazione di foglie e brattee. La pianta contiene una linfa color bianco latte con euforboni, alcaloidi e triterpeni.
Sintomi:
La sintomatologia compare con irritazioni delle mucose dell’apparato digerente (più gravi se oculari), dermatiti vescicolari, bruciore a lingua e labbra, edema, congiuntivite, lacrimazione, vomito, diarrea, tremori. La prognosi è in genere favorevole con risoluzione dell’intossicazione.
Monstera
La monstera (nome scientifico: Monstera deliciosa) appartiene alla famiglia delle Aracee.
Può accadere che cani e gatti mastichino la pianta. Storicamente la sindrome da intossicazione da Monstera deliciosa è stata attribuita alla presenza di cristalli di ossalato di calcio nella pianta. Studi recenti invece indicano la presenza di una sostanza proteica che rilascia istamina. Infatti i segni clinici sono compatibili con una reazione da istamina.
Sintomi:
Dopo la masticazione si ha evidenza di dolore e irritazione e compare ipersalivazione. Tuttavia risulta più pericoloso il rigonfiamento a livello faringeo; anche la lingua si gonfia tanto da protrudere fuori dalla bocca. La respirazione è resa infatti difficoltosa, fino ad avere forte dispnea. Indicato il trattamento con antiistaminici.
Dieffenbachia
La dieffenbachia (nome scientifico: Dieffenbachia spp.) è una diffusa pianta d’appartamento della famiglia delle Aracee, priva di fiori, la cui linfa provoca intossicazione grave nel gatto, più lieve nel cane, per masticazione delle foglie o degli steli.
Sintomi:
L’avvelenamento da dieffenbachia provoca irritazione e intenso dolore a livello di cavo orale, edema ed infiammazione delle mucose buccali, edema della glottide, asfissia, cecità, vomito, ipersalivazione, diarrea, tremori, albuminuria, ematuria, nefrite acuta. Morte o lenta guarigione (8-15 giorni).
Azalea
Le foglie ed il nettare dell'azalea, pianta appartenente al genere delle Ericaceae, sono considerati fortemente irritanti per i gatti. Se ingeriti, essi possono provocare problemi gastrointestinali, neurologici e cardiologici.
Mughetto
Tra i fiori considerati potenzialmente dannosi per la salute dei gatti deve essere inserito anche il mughetto. Tutte le parti di questo fiore, se ingerite, possono infatti essere causa di problemi che non devono assolutamente essere trascurati come disturbi gastrointestinali ed aritmie cardiache.
Ranuncolo
Il ranuncolo (Ranunculus spp.) può essere pericoloso per i gatti per via della linfa contenuta in tale fiore. L'ingestione delle parti di ranuncolo apportatrici di linfa può essere causa di stomatite, dermatite, gastroenterici, insufficienza renale, incapacità di coordinazione e convulsioni.
Giglio
È altamente tossico per il gatto. Anche la minima ingestione di questa pianta può causare gravi problemi. Dopo qualche ora dall’ingestione il gatto vomita, è stanco, inappetente. Chiamare subito il veterinario. Senza un intervento tempestivo in quasi solo due giorni il gatto può accusare una grave insufficienza renale.
Lilium
Nel caso dei Lilium la tossicità cambia a seconda delle varietà e in alcuni casi, come per esempio i Tigre, Asiatic o Easter, ci troviamo di fronte a uno degli avvelenamenti più pericolosi, con grave rischio di insufficienza renale.
Bacche di piante ornamentali
Alcune piante producono bacche che possono costituire un pericolo per gli animali domestici come il cane e il gatto.
Occorre fare particolare attenzione durante il periodo di Natale, durante il quale vengono utilizzate anche all’interno delle abitazioni come decorazioni.
Agrifoglio
L’agrifoglio (nome scientifico: Ilex aquifolium) è un arbusto o albero sempreverde della famiglia delle Aquifoliacee alto fino a 10 metri, con bacche rosse dal fogliame verde scuro lucente.
L’ingestione di bacche e foglie è tossica per cani e cavalli.
I principi attivi sono licina e tannini.
Le bacche contengono sostanze emetiche e purganti: 20 bacche possono uccidere un cane.
Sintomi:
I sintomi dell’intossicazione sono vomito, diarrea intensa, torpore, coma e morte.
Vischio
Il vischio (nome scientifico: Viscum album) è un arbusto perenne sempreverde della famiglia delle Lorantacee che vive da parassita su diversi alberi a foglia caduca, come meli peri, pioppi, querce, ecc. Le sue radici penetrano nel legno della pianta parassitata per trarne nutrimento.
Il seme è circondato da una sostanza appiccicosa che contiene viscotossine (viscalbina, visciflavina).
L’intossicazione ha andamento stagionale per ingestione di grandi quantità di frutti nel periodo natalizio.
Le bacche attraggono cani, equini, bovini mentre tordi e merli, che se ne cibano, sono immuni.
Sintomi:
L’ingestione determina atassia, midriasi, salivazione, vomito, diarrea, poliuria, ipotensione, coliche e morte se non si interviene mediante trattamento sintomatico.
Le piante tossiche possono provocare danni sia lievi che gravi. Il rischio è maggiore nei cuccioli e nei bambini. È importante l’anamnesi per identificare correttamente la pianta. La prevenzione consiste nell'informare i proprietari sui possibili rischi.
Le piante sono potenzialmente molto pericolose per i gatti, che non resistono alla tentazione di rosicchiarne foglie e fiori in particolare. Gli effetti di queste scorpacciate possono essere molto diversi in funzione della parte della pianta che è stata mangiata: i bulbi di trombone sono una causa frequente di avvelenamento nei cani, ma le foglie ed i fiori (che il gatto è solito mordicchiare) non sono altrettanto tossici. Per andare sul sicuro, i tromboni e i gigli sarebbero comunque da evitare, perché restano nella top ten dell'avvelenamento tra gli animali domestici. Ricordate inoltre che anche i mazzi di fiori freschi possono risultare appetitosi: il mughetto, ad esempio, è tossico
Le intossicazioni da piante non sono frequenti, ma quando avvengono sono difficili da diagnosticare per la scarsa evidenza dei segni clinici e la mancanza di informazioni.
Anche alcune piante comunemente presenti nei nostri giardini o all’interno delle nostre abitazioni possono contenere sostanze tossiche che i nostri animali possono accidentalmente ingerire.
Il medico veterinario deve conoscere quali piante possono intossicare gli animali, i sintomi dell’intossicazione e i rimedi. L'anamnesi è molto importante per identificare correttamente la pianta.
In questa sezione vedremo quali sono le più comuni piante che possono dar luogo a intossicazioni, a volte anche molto gravi, negli animali domestici.
Piante da giardino
Ricino
Il ricino (nome scientifico: Ricinus communis) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Euphorbiacee, molto diffusa, coltivata a scopo ornamentale.
La specie più sensibile è il cane, che si intossica per ingestione dei semi o dei panelli, impiegati come fertilizzanti.
I semi contengono una fitotossina, la ricina e un alcaloide, la ricinina. La pianta risulta tossica anche per l’uomo: l’ingestione di 2-3 semi può infatti provocare la morte di un bambino. Tuttavia l’olio di ricino (purgante) non è tossico.
Sintomi:
Dopo 18-24 ore dall’ingestione si ha un aumento della temperatura corporea. Gli animali si mostrano assetati. Compaiono vomito, bruciore alla bocca, edema della mucosa buccale e della lingua, diarrea emorragica, coliche, dolori addominali, crampi, oliguria, prostrazione, abbattimento e morte in 2-3 giorni se non si interviene con trattamento sintomatico.
Bella di notte
La "bella di notte" (nome scientifico: Mirabilis jalapa L.) è una pianta comune dei nostri giardini della famiglia delle Nyctaginaceae i cui semi e radici risultano tossici.
I principi attivi che la rendono tale sono alcaloidi, resine e arabinosio. La tossicità si esplica a livello del tratto digerente, dove determina soprattutto irritazione. Può causare aborto.
Sintomi:
I sintomi dell’ingestione di semi o radici sono dolori allo stomaco, nausea, vomito, diarrea. Inoltre il contatto con la pelle può determinare dermatiti.
Oleandro
L'oleandro (nome scientifico: Nerium oleander) è un arbusto cespuglioso sempreverde indigeno delle regioni mediterranee.
Il principio attivo è l'oleandrina, un glucoside cianogenetico che svolge a livello cardiaco un'azione simile a quella della digossina.
Sintomi:
Nausea, vomito, diarrea sanguinolenta, stomatite, convulsioni, crampi, atassia, aritmie, problemi epatici.
Ortensia
L'ortensia è un arbusto fiorito spesso presente nei nostri giardini. Le parti della pianta considerate pericolose per i gatti si presentano in primavera ed in estate, durante il corso di tutta la fioritura della pianta.
Sintomi:
Sia i fiori che le foglie di ortensia possono infatti essere causa di vomito e di diarrea se ingeriti da parte di un gatto.
Primula
Persino le semplici primule, tra i fiori considerati come simboli dell'arrivo della primavera, possono rivelarsi pericolose per i gatti, se ingerite. L'ingestione delle foglie di primula o dei gambi di questo fiore può infatti essere causa di dermatite da contatto o di problemi a livello gastro-intestinale.
Tulipano e narcisoSono tossici i bulbi di tulipano e narciso. Causano vomito, diarrea, debolezza, aumento della respirazione e tachicardia. Una forte ingestione può causare anche il coma o il collasso.
Gelsomino
Ecco un'altra pianta tipicamente presente in molti giardini, poiché coltivata in vaso, o in quanto utilizzata per la formazione di siepi. L'ingestione di ogni parte della pianta del gelsomino può essere pericolosa per i gatti e può causare mancanza di coordinazione, disturbi della vista, secchezza delle fauci, disfagia, debolezza muscolare, crisi convulsive, insufficienza respiratoria.
Edera
Attenzione alle foglie ed ai fiori dell'edera, se questa pianta è presente nel vostro giardino in una zona a cui il vostro gatto può avere accesso. La loro ingestione può infatti provocare problemi gastroenterici. A dosi elevate può causare depressione nervosa e cardiaca. I sintomi dell'ingestione di fiori o foglie di edera sono costituiti da vomito, tremori e problemi respiratori.
Croco Autunnale
Sebbene venga chiamato Croco come i fiori che spuntano in primavera, la varietà che fiorisce in autunno appartiene in realtà ai Colchici e risulta estremamente tossica per i gatti, con rischi di danni al fegato e reni e problemi di respirazione.
Il sintomo più evidente è l’abbondante vomito accompagnato da perdita di sangue nell’intestino.
Piante da appartamento
Anche gli steli e le foglie di alcune tra le più diffuse piante di appartamento contengono sostanze tossiche se ingerite da cani o gatti.
Stella di Natale
La stella di Natale (nome scientifico: Euphorbia pulcherrima), della famiglia delle Euphorbiacee, è una popolare pianta da appartamento, presente soprattutto nel periodo natalizio.
Risulta tossica per cani e gatti. L’intossicazione avviene per ingestione e/o masticazione di foglie e brattee. La pianta contiene una linfa color bianco latte con euforboni, alcaloidi e triterpeni.
Sintomi:
La sintomatologia compare con irritazioni delle mucose dell’apparato digerente (più gravi se oculari), dermatiti vescicolari, bruciore a lingua e labbra, edema, congiuntivite, lacrimazione, vomito, diarrea, tremori. La prognosi è in genere favorevole con risoluzione dell’intossicazione.
Monstera
La monstera (nome scientifico: Monstera deliciosa) appartiene alla famiglia delle Aracee.
Può accadere che cani e gatti mastichino la pianta. Storicamente la sindrome da intossicazione da Monstera deliciosa è stata attribuita alla presenza di cristalli di ossalato di calcio nella pianta. Studi recenti invece indicano la presenza di una sostanza proteica che rilascia istamina. Infatti i segni clinici sono compatibili con una reazione da istamina.
Sintomi:
Dopo la masticazione si ha evidenza di dolore e irritazione e compare ipersalivazione. Tuttavia risulta più pericoloso il rigonfiamento a livello faringeo; anche la lingua si gonfia tanto da protrudere fuori dalla bocca. La respirazione è resa infatti difficoltosa, fino ad avere forte dispnea. Indicato il trattamento con antiistaminici.
Dieffenbachia
La dieffenbachia (nome scientifico: Dieffenbachia spp.) è una diffusa pianta d’appartamento della famiglia delle Aracee, priva di fiori, la cui linfa provoca intossicazione grave nel gatto, più lieve nel cane, per masticazione delle foglie o degli steli.
Sintomi:
L’avvelenamento da dieffenbachia provoca irritazione e intenso dolore a livello di cavo orale, edema ed infiammazione delle mucose buccali, edema della glottide, asfissia, cecità, vomito, ipersalivazione, diarrea, tremori, albuminuria, ematuria, nefrite acuta. Morte o lenta guarigione (8-15 giorni).
Azalea
Le foglie ed il nettare dell'azalea, pianta appartenente al genere delle Ericaceae, sono considerati fortemente irritanti per i gatti. Se ingeriti, essi possono provocare problemi gastrointestinali, neurologici e cardiologici.
Mughetto
Tra i fiori considerati potenzialmente dannosi per la salute dei gatti deve essere inserito anche il mughetto. Tutte le parti di questo fiore, se ingerite, possono infatti essere causa di problemi che non devono assolutamente essere trascurati come disturbi gastrointestinali ed aritmie cardiache.
Ranuncolo
Il ranuncolo (Ranunculus spp.) può essere pericoloso per i gatti per via della linfa contenuta in tale fiore. L'ingestione delle parti di ranuncolo apportatrici di linfa può essere causa di stomatite, dermatite, gastroenterici, insufficienza renale, incapacità di coordinazione e convulsioni.
Giglio
È altamente tossico per il gatto. Anche la minima ingestione di questa pianta può causare gravi problemi. Dopo qualche ora dall’ingestione il gatto vomita, è stanco, inappetente. Chiamare subito il veterinario. Senza un intervento tempestivo in quasi solo due giorni il gatto può accusare una grave insufficienza renale.
Lilium
Nel caso dei Lilium la tossicità cambia a seconda delle varietà e in alcuni casi, come per esempio i Tigre, Asiatic o Easter, ci troviamo di fronte a uno degli avvelenamenti più pericolosi, con grave rischio di insufficienza renale.
Bacche di piante ornamentali
Alcune piante producono bacche che possono costituire un pericolo per gli animali domestici come il cane e il gatto.
Occorre fare particolare attenzione durante il periodo di Natale, durante il quale vengono utilizzate anche all’interno delle abitazioni come decorazioni.
Agrifoglio
L’agrifoglio (nome scientifico: Ilex aquifolium) è un arbusto o albero sempreverde della famiglia delle Aquifoliacee alto fino a 10 metri, con bacche rosse dal fogliame verde scuro lucente.
L’ingestione di bacche e foglie è tossica per cani e cavalli.
I principi attivi sono licina e tannini.
Le bacche contengono sostanze emetiche e purganti: 20 bacche possono uccidere un cane.
Sintomi:
I sintomi dell’intossicazione sono vomito, diarrea intensa, torpore, coma e morte.
Vischio
Il vischio (nome scientifico: Viscum album) è un arbusto perenne sempreverde della famiglia delle Lorantacee che vive da parassita su diversi alberi a foglia caduca, come meli peri, pioppi, querce, ecc. Le sue radici penetrano nel legno della pianta parassitata per trarne nutrimento.
Il seme è circondato da una sostanza appiccicosa che contiene viscotossine (viscalbina, visciflavina).
L’intossicazione ha andamento stagionale per ingestione di grandi quantità di frutti nel periodo natalizio.
Le bacche attraggono cani, equini, bovini mentre tordi e merli, che se ne cibano, sono immuni.
Sintomi:
L’ingestione determina atassia, midriasi, salivazione, vomito, diarrea, poliuria, ipotensione, coliche e morte se non si interviene mediante trattamento sintomatico.
Le piante tossiche possono provocare danni sia lievi che gravi. Il rischio è maggiore nei cuccioli e nei bambini. È importante l’anamnesi per identificare correttamente la pianta. La prevenzione consiste nell'informare i proprietari sui possibili rischi.
©2011-2021 Annamaria Valecic - SofficiBonBon - ©Tutti i diritti sono riservati©